Andrea Camilleri, classe 1925, è giunto alla notorietà mediatica grazie alla fortunata serie di romanzi sul commissario Montalbano, trasformata poi in serie tv, tuttavia ha alle sue spalle una ricca produzione letteraria che va ben oltre il poliziesco e torna indietro ai tempi passati. Un filo di fumo è un romanzo breve, un piccolo racconto tanto leggero quanto ricco, divampa la narrativa siciliana di Camilleri, con il suo genio inventivo e la profonda ironia con la quale dipinge la società dell’epoca. La vicenda è infatti ambientata in una Vigata ottocentesca, il paese che ospita le trame dei libri di Camilleri si presta nell’affresco di un mondo appartenente alla Sicilia del passato.
Il business sul commercio di zolfo è il filo conduttore che tiene compatta la trama, breve ma ricca di personaggi, diverse inquadrature e punti di vista sulla medesima vicenda che si compie nell’arco di una giornata. I protagonisti, frutto della fantasia dell’autore, sono comunque verosimili a partire dalla famiglia dei Barbabianca, così lo scrittore ricorda come trasse ispirazione “Lo spunto per Un filo di fumo me lo diede un volantino anonimo, trovato tra le carte di mio nonno, che metteva in guardia contro i maneggi di un commerciante di zolfi disonesto.”
Il romanzo venne scritto trentatré anni fa e pubblicato dalla Garzanti, riproposto poi nel 1997 dalla Salerio cavalcando il rinnovato successo dello scrittore, Camilleri così ricorda quei giorni “Nel 1980 Livio Garzanti volle pubblicare questo mio romanzo risolvendo la perplessità di alcuni suoi eminenti collaboratori. Mi domandò però, quasi a guardarsi le spalle, un glossario. Comprendendo le sue taciute ragioni, principiai a compilarlo di malavoglia: poi, a poco a poco ci pigliai gusto e me la scialai. Il romanzo viene ristampato a distanza di diciassette anni e il glossario, nel frattempo, è diventato superfluo. Se lo ripubblichiamo è perché la cosa sottilmente ci diverte.”