Ho appena finito di leggere “La contessa nera” il primo romanzo di Rebecca Johns ad essere pubblicato nel nostro paese. E’ uscito a Febbraio, e ho approfittato delle sere d’estate in cui non si ha voglia di dormire per leggerlo quasi tutto d’un fiato.
La contessa nera è Erzsébet Bàthory, la “contessa sanguinaria” è il nome che molti le hanno attribuito, accusata di aver ucciso, dopo torture indicibili centinaia di donne, sia nobili che di estrazione sociale molto bassa, che lavoravano alle sue dipendenze. Proprio per questo fu murata viva in una torre, abbandonata da tutti e dimenticata da quello che un tempo era il suo mondo. Il libro comincia così, con la sua prigionia, ma conosciamo meglio la contessa grazie alla lettera che scrive al figlio dove racconta tutta la sua vita, i suoi amori, le sue speranze e i suoi sogni, in un epoca a cavallo tra cinquecento e seicento, in cui la donna era relegata a ruoli di secondaria importanza. Dalle sue parole emerge una donna forte ma insicura, costretta a domare i suoi sentimenti per rispettare il rigido protocollo, perchè l’etichetta richiedeva dei comportamenti ben precisi da tenere in pubblico. Sin da bambina era stata promessa in sposa a Ferenc Nàdasdy, un uomo freddo e distaccato che la lascerà sempre sola ad accudire i figli e ad amministrare le proprietà di famiglia. Fu così che Erzsébet dovette esigere dalla servitù che la rispettassero, anche con la forza, se si rendava necessario, quasi volesse lei stessa difendere la sua posizione, perchè una donna a quei tempi, per di più sola, era alla mercè di gente senza scrupoli e approfittatori. Il tutto è raccontato in maniera molto fluida e semplice, con un linguaggio che coinvolge il lettore e le fa quasi amare la protagonista, nonostante le torture cui sottoponeva le amanti del marito o qualsiasi altra persona che le mancasse di rispetto. A volte sembra che avesse dentro una rabbia che non riusciva a domare, un istinto che la portava a procurare dolore agli altri quasi per alleggerire il suo, di dolore; un dolore che portava dentro sin da piccola, quando il suo primo amore da cui aveva avuto anche una figlia, l’aveva abbandonata per una donnetta senza istruzione e molto più giovane di lei. La contessa ricorderà sempre quella figlia che non ha mai potuto stringere tra le braccia, affidata appena nata a una donna sconosciuta, solo perchè all’epoca, era impensabile che una donna avesse una figlia già prima di sposarsi. Un libro che ho apprezzato molto e che raccomando a quante sono appassionate di romanzi storici.
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