Continuiamo con la proposta dei romanzi di Salman Rushdie, quelli non controversi, per intenderci. Questo romanzo ha fatto conoscere al pubblico internazionale lo scrittore indiano, lo ha reso popolare nelle storie e nel metodo di scrittura. Siamo nel 1947, allo scoccare della mezzanotte finisce il dominio britannico che aveva per secoli tenuto un intero subcontinente in soggezione.
La notte dell’indipendenza assiste alla nascita di un migliaio di bambini, tutti nati con poteri incredibili. Sono tutti bellissimi, la loro forza è fuori del normale, hanno capacità di chiaroveggenza e altro.
Uno di questi ragazzini nati quella notte, una volta diventato adulto e in punto di morte, racconta tutta la sua vita in un percorso animato da un gran numero di personaggi, ognuno di loro delineato e caratterizzato con bravura. L’interesse del lettore percorre un lungo sentiero, da un personaggio all’altro, in un intricato susseguirsi di storie affascinanti.
Il personaggio narrante si chiama Saleem Sinai, il suo ripercorrere la sua vita e, contemporaneamente la storia dell’India indipendente. I toni sono misti di ironia e tragiche riflessioni.
Saleem racconta una storia al limite del credibile, il suo paese si deve confrontare con un velocissimo cambiamento. A volte il percorso è accidentato, pieno di domande irrisolte. I mille racconti formano la trama di un tessuto che riesce ad affascinare i lettori, un disegno complicato delle mille culture e lingue dell’immenso paese asiatico. Si rincorrono nella storia che Saleem decide di scrivere, fra vicende personali e grandi scenari della storia indiana.
I figli della mezzanotte, un libro dalla lettura non sempre facile, appassionante in ogni pagina. Un vero capolavoro che, arrivando dall’India da lustro e pregio alla letteratura in lingua inglese. Un fascino a cui è difficile resistere e che fa di questo romanzo una lettura indimenticabile.
I figli della mezzanotte, Salman Rushdie, Mondadori Editore, € 9,40
Puoi votare l'articolo anche qui, gli articoli precedenti qui.