Romanzo fiume dello scrittore indiano Rushdie. In Messico la cantante Vina Apsara, una potente voce di cantante rock, scompare in seguito al forte terremoto che colpisce la capitale. Racconta della sua vita il fotografo Rai che con lunghi flash back ripercorre la vita e gli amore che aveva per Vina, racconta dell’amore che per la cantante aveva un loro comune amico, Ormus.
Un rimando di luoghi geografici, partendo dalla città indiana di Mumbai, prosegue la narrazione a Londra e in seguito in Messico. Luoghi di un occidente contraddittorio, pieno di risorse e promesse mancate.
La cultura rock, con le canzoni e le sensazioni che suscita è un altro elemento del lungo romanzo dello scrittore indiano, contrappunto e al tempo stesso parte centrale della storia. All’interno del racconto più ampio si rincorrono numerose altre storie parallele, piene di rimandi fra due mondi culturali, fra epoche differenti.
Tutto è racchiuso all’interno di un cerchio temporale che ha visto la nascita e lo sviluppo della cultura rock. Vina è del resto il cuore e l’enigma del libro. Enigma lo è per la stranissima scomparsa, inghiottita forse dalla terra.
Ultimo elemento che molti hanno voluto trovare riguarda i miti della classicità greca e romana. Mitologie antiche eppure sentite come lettura delle realtà umane, in costante mutamento ma sempre riconducibili, in fondo, a poche costanti fra cui la ricerca spasmodica dell’amore. In ultimo, lo stile della scrittura dove si mescolano stili differenti, modalità che forse richiamano alla mente scrittori statunitensi o azzardati accostamenti a qualche scrittore messicano come Carlos Fuentes.
La terra sotto i suoi piedi, Salman Rushdie, Mondadori, € 11,00
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