Il libro “Sottomissione” di Michel Houellebecq è uscito da pochissimi giorni, esattamente il 7 gennaio, il giorno dell’attacco a “Charlie Hedbo”, la rivista francese di satira che gli aveva dedicato l’ultima copertina. Questo libro non poteva capitare in giorno più tragico e nel contempo più giusto, perché quello di Houellebecq è un grido d’allarme contro “l’islamizzazione” della Francia e dell’Europa. La storia è semplice, a Parigi, in un indeterminato ma prossimo futuro, vive François, studioso di Huysmans, che ha scelto di dedicarsi alla carriera universitaria.
Perso ormai qualsiasi entusiasmo verso l’insegnamento, la sua vita procede diligente, tranquilla e impermeabile ai grandi drammi della storia, infiammata solo da fugaci avventure con alcune studentesse, che hanno sovente la durata di un corso di studi. Ma qualcosa sta cambiando. La Francia è in piena campagna elettorale, le presidenziali vivono il loro momento cruciale. I tradizionali equilibri mutano. Nuove forze entrano in gioco, spaccano il sistema consolidato e lo fanno crollare. È un’implosione improvvisa ma senza scosse, che cresce e si sviluppa come un incubo che travolge anche François.
” Sottomissione ” è il romanzo più visionario e insieme realista di Michel Houellebecq, capace di trascinare su un terreno ambiguo e sfuggente il lettore che, come il protagonista, François, vedrà il mondo intorno a sé, improvvisamente e inesorabilmente, stravolgersi. “Sottomissione” è un romanzo difficile, una storia ambigua e nel contempo così vicina al mondo che viviamo. A rafforzare il concetto di un mondo che si sta islamizzando, naturalmente è arrivato anche l’attentato alla rivista Charlie Hedbo, ma ciò che l’autore vuole raccontarci è una storia di cambiamento, e non sempre i cambiamenti sono in meglio.