Avete voglia di un libro psicologico, misterioso e appassionante? Oggi vogliamo proporvi “La dea delle piccole vittorie” di Yannick Grannec. Ottobre 1980, Princeton: una giovane archivista, Anna Roth, riceve l’incarico di recuperare tutti i documenti di Kurt Gödel, il più affascinante ed ermetico matematico del ventesimo secolo. Per farlo deve avvicinare la vedova del grande genio, morto da due anni, un’anziana e spigolosa signora che sembra voler mettere in atto una sorta di vendetta tardiva nei confronti dell’establishment accademico rifiutandosi di cedere un archivio dal valore storico e scientifico incommensurabile.
Fin dal primo incontro, Adele Gödel si mostra diffidente nei confronti di Anna eppure non la respinge. Si limita a imporle le proprie regole. Perché Adele sa che le resta poco da vivere ma c’è una storia che vuole assolutamente raccontare, una storia che nessuno ha mai voluto ascoltare. Adèle racconta la propria vita difficile a fianco del genio, incontrato nel 1928 in una Vienna piena di vita e di stimoli intellettuali e poi seguito a Princeton, in un ambiente intellettuale che non l’ha mai accolta davvero. L’adolescenza austriaca di Gödel, gli anni d’esilio a Princeton in seguito all’annessione nazista dell’Austria, i rapporti con i geni del XX secolo come Einstein e Robert Oppenheimer.
Anna scopre la vita di una donna che ha a lungo caparbiamente cercato un impossibile equilibrio fra genio, amore e follia. Una storia di donna che appassionerà anche gli uomini. Amore e guerra, segreti e misteri, una lunga vita raccontata attraverso le parole, attraverso gli sguardi e il dolore. “La dea delle piccole vittorie” è un omaggio all’intelligenza straordinaria e al coraggio di una donna, la moglie di Gödel, che ha lottato per salvare suo marito dalla depressione, dall’anoressia e dalla paranoia.