E’ uscito da poco il nuovo libro di Carofiglio e questa volta si tratta di un romanzo che ha tutte le caratteristiche del giallo. “Una mutevole verità” è la storia del maresciallo Pietro Fenoglio che ritiene che un buon investigatore debba essere capace di costruire una storia, immaginare che cosa è successo prima e dopo il crimine, come in un romanzo. Poi, costruita la storia, deve andare in cerca di ciò che la conferma e la contraddice. Questo maresciallo, piemontese trapiantato a Bari, si trova però a indagare su un omicidio dove tutto appare troppo chiaro fin dall’inizio.
Non fosse che al principale sospettato, su cui si concentra ogni indizio, mancava qualsiasi movente per commettere il delitto. «Questa è la cosa più vicina a un poliziesco classico che abbia mai scritto» ha dichiarato l’autore. E in effetti questa è la prima grande sorpresa in cui si imbatte il lettore che di Carofiglio si era fatto sostanzialmente l’immagine di uno scrittore di noir. Tanti sono gli aspetti che fanno propendere questo breve romanzo verso il poliziesco, inserendolo così nella tradizione classica di Sciascia e Scerbanenco, o a guardar più vicino, di Camilleri e Lucarelli.
Ci lasciamo alle spalle l’avvocato Guido Guerrieri, a cui però Carofiglio sembra essere ancora legato (lo dimostra la presenza di un suo cameo nel libro) e conosciamo un nuovo malinconico personaggio: il maresciallo dei carabinieri Pietro Fenoglio, un piemontese trapiantato a Bari. Non è la prima volta che incontriamo un carabiniere come protagonista dei romanzi di Carofiglio, già ne Il silenzio dell’onda c’era un maresciallo italo messicano, ma questa volta la scelta del personaggio non è casuale visto che siamo nel Bicentenario dei Carabinieri e l’edizione del libro è stata realizzata in collaborazione con l’Ente editoriale dell’Arma. L’ambientazione resta la stessa di tutti gli altri romanzi: la Bari tanto cara allo scrittore.