“Il pipistrello” di Jo Nesbø era rimasto fino al mese scorso inedito in Italia ma fotunatamente dal 1 aprile è arrivato in tutte le librerie. . Si tratta del primo episodio della saga di Harry Hole e a portare il romanzo sugli scaffali reali e virtuali delle librerie italiane, come ormai a partire dall’episodio otto, Il leopardo, è di nuovo Einaudi nella collana Stile libero big. La storia è quella di una ragazza norvegese di poco più di vent’anni uccisa a Sydney. L’ispettore Harry Hole della squadra Anticrimine di Oslo viene mandato in Australia per collaborare con la polizia locale e in particolare con Andrew Kensington, un investigatore di origini aborigene tanto acuto quanto misterioso.
L’inchiesta si rivela subito complessa: l’omicidio della ragazza non è un caso isolato ma, probabilmente, l’ultimo anello di una lunga catena, e lo scenario in cui l’assassino agisce si allarga fino a comprendere fosche storie di droga e sesso. Un quadro a tinte così forti che Harry quasi vede proiettarsi sulle indagini l’ombra minacciosa di alcune figure della mitologia aborigena. In particolare quella di Narahdarn, il pipistrello che reca la morte nel mondo. Il primo libro di Nesbø – uscito nel 1997, ma mai pubblicato prima in Italia – è sorprendentemente davvero notevole.
A coloro che leggono già questo autore questo libro può sembrare un po’ arcaico, mancante di qualcosa, visto come lo stile nel tempo si è modificato ma chi ha un occhio più attento può notare come ne “Il pipistrello” sono stati sovvertiti i canoni del genere giallo, scrivendo una storia che si sviluppa lenta, cupa, disperata. La giustizia ha in quest’opera il sapore della prosecuzione di un secolare sopruso. Buona lettura a tutti!