“La vita è un viaggio” di Beppe Severgnini è un libro un libro sull’Italia e sugli italiani. Siamo una nazione al valico: dobbiamo decidere se dirigerci verso la normalità europea o tornare indietro. Siamo un Paese incerto tra immobilità e fuga. Fuga all’estero, fughe tra egoismi e piccole ossessioni che profumano di anestetico. “La vita è un viaggio” non vuole indicare una meta, prova invece a fornire qualche consiglio per la traversata.
Per poter seguire questo tracciato, questo “atlante” di navigazione in dieci difficili punti, il navigatore ha bisogno di un training, di una preparazione molto intensa. E chi meglio di Severgnini può indicarci il percorso giusto? Sono venti tappe, venti parole chiave che ogni viaggiatore, prima di mettersi lungo il suo percorso, deve aver assimilato profondamente. Empatia, brevità, ispirazione, ma anche concetti apparentemente inutili per il viaggiatore, come la paura e la politica, sono i concetti filosofici alla base di questo interessante saggio.
Una lunga concatenazione di massime filosofiche che il giornalista illustra attraverso aneddoti, frasi tratte da opere celebri e ricordi personali. Alla fine di questo percorso quello che rimane davvero chiaro e nitido nella mente del lettore è la consapevolezza che per tutti c’è un tempo per andare e un tempo per restare. Molta parte delle nostre decisioni individuali in merito a questa scelta dipendono dalla resistenza al cambiamento che ciascuno di noi ha e forse, in questo momento storico, resistere non serve più a nulla.