E’ uscito l’ultimo libro di Camilleri “Inseguendo l’ombra”, un romanzo che non è storico, né di costume, ma neanche una biografia, si tratta invece di un’invenzione, intesa nel senso latino del termine come ritrovamento, di una vita fatta di altalene e trasformazioni. Nell’estate del 1980 Andrea Camilleri si reca nella bella casa in Toscana del suo amico pittore Arturo Carmassi. In quella occasione gli capita per le mani il catalogo di una sua mostra fotografica del 1972 che si pregiava di una bella introduzione di Leonardo Sciascia.
Ad attirare l’attenzione dello scrittore siciliano Camilleri una riflessione particolarmente acuta e illuminante del suo conterraneo, intitolata “La faccia ferina dell’Umanesimo”, in cui si traccia il profilo di un personaggio storico realmente vissuto nella Sicilia di fine ‘400: Flavio Mitridate, famoso precettore del filosofo umanista Giovanni Pico della Mirandola. Andrea Camilleri rimane talmente colpito dalla presentazione che Sciascia fa di questo personaggio, un mentitore, un falsario aggressivo e spietato, che da quel giorno si metterà all’inseguimento della sua ombra.
Percorrendo le esili tracce lasciate dagli storici dell’epoca, l’autore costruisce la vicenda biografica di Mitridate, inventando nelle parti in cui manca la documentazione storica, immaginando scenari plausibili, ma ricostruendo quasi tutta la sua vita, dall’infanzia alla giudecca di Caltabellotta, alla morte, nelle carceri dello Stato pontificio. L’intrigo, il delitto, le lotte per il potere, l’inquisizione, il nepotismo, la sodomia, ma anche la misteriosa arte della kabbalah, il fascino oscuro delle biblioteche e dei monasteri, i testi sacri delle civiltà dimenticate, le lingue criptiche, la sottile arte della dialettica per difendere le proprie posizioni di potere. Tra apparizioni e sparizioni, sotto nuove vesti e vecchi vizi, Camilleri insegue l’ombra di un uomo “errante” ma anche il progetto di un romanzo storico che, ammette lui stesso, non scriverà mai.