Con il suo nuovo libro Aldo Cazzullo vuole dare un vero calcio alla crisi che incombe sul Ventunesimo secolo; Basta piangere! Storie di un’Italia che non si lamentava è un chiaro intento di spronare gli italiani, e in particolare le giovani generazioni, dall’insano torpore a cui sono stati sottomessi negli ultimi anni. Alzare la testa e andare avanti è possibile solo prendendo esempio dal passato, considerando quello che i nostri nonni e i loro padri hanno dovuto affrontare per avere anche solo un centesimo delle possibilità di vita che abbiamo noi. Basta piangere di Aldo Cazzullo non è un libro superficiale che si prende beffe delle difficoltà altrui, ma un invito intelligente a chi, nel suo piccolo, può reagire.
Per scrivere la sua ultima opera il giornalista ha ancora una volta attinto alla propria esperienza di vita, che lo accomuna a tutti quelli della sua generazione, ovvero i nati negli anni Sessanta. Chi è nato in quegli anni poteva ancora avere un ricordo vivido degli anni della guerra, della dittatura, della fame, in virtù delle esperienze dirette dei genitori e dei nonni. E allora assumono un peso non indifferente le parole che Cazzullo ci regala: “Non ho nessuna nostalgia del tempo perduto. Non era meglio allora. E meglio adesso. L’Italia in cui siamo cresciuti era più povera, più inquinata, più violenta, più maschilista di quella di oggi. C’erano nubi tossiche come a Seveso, il terrorismo, i sequestri. Era un Paese più semplice, senza tv a colori, computer, videogiochi. Però il futuro non era un problema; era un’opportunità.”
E questa opportunità, che ormai oggi sembra sprecata e irrecuperabile, invece Cazzullo vorrebbe che tutti noi facessimo fiorire. Basta piangere è un libro di ricordi che parla del presente e del futuro, è una lettura tanto piacevole quanto significativa. Cazzullo ci regala una delle migliori novità letterarie degli ultimi mesi.