Spesso di dice che non esistono più i libri di una volta, in realtà non è sempre vero, esistono scrittori che ancora hanno l’ardore di Jane Austen, l’ardire di Dumas e il romanticismo di Margaret Mitchell. Carole Martinez è uscita in Italia a fine agosto con “La vergine dei sussurri” un libro che appartiene proprio a questa categoria. Un libro nuovo che parla il linguaggio antico, libro che rimanda al classico, ai tempi antichi, ai profuni della Francia. La storia è ambientata nel XII secolo e Esclarmonde scandalizza la nobile società medievale rifiutandosi di pronunciare il “sì” davanti all’altare.
Sceglie invece di dire no: agli uomini, a suo padre, alle tradizioni e a un matrimonio forzato. Rinuncia alle nozze con il giovane e bel Lotario, va contro la volontà del padre, signore temuto del castello, e chiede invece il rispetto della sua scelta di reclusione volontaria in una cella murata, dove nella più buia solitudine si voterà a Dio. Quella che appare come la morte per una ragazzina di quindici anni si trasforma invece in un ritorno alla vita. La sua cella infatti è presto meta di pellegrinaggio per centinaia di fedeli che vanno da lei per lasciarle un messaggio, un sussurro, e riceverne in cambio conforto e salvezza.
Quel luogo di reclusione diventa allora per Esclarmonde un crocevia che unisce il suo destino a quello del mondo, la realtà dei vivi con il luogo dei morti, e trasforma l’immobilità in un viaggio interiore senza confini. Profetessa di anime, abitata da ciò che sente e da ciò che vede con gli occhi dello spirito, Esclarmonde sembra l‘incarnazione di un miracolo. E del miracoloso ha anche la nascita, in quella cella murata, di suo figlio. Un libro bello e misterioso!