Il cane è il miglior amico dell’uomo, un modo di dire che tutti conoscono ma di cui spesso si sottovaluta il significato. Belka di Hideo Furukawa è molto di più che una descrizione dei cani che l’uomo ha addestrato per portare in guerra, è una storia di vita canina che si lega indissolubilmente al destino dell’uomo.
È il 1942, l’anno con il quale si aprono le pagine del romanzo, le truppe giapponesi conquistano due isole dell’Alaska, gli americani si riprenderanno i territori perduti con una cruenta azione, nell’affannata ritirata le truppe nipponiche lasciano indietro quattro cani dell’unità cinofila. Tre pastori tedeschi e un hokkaido, esemplari di una casta di combattenti con i quali si aprono le porte del tempo, delle guerre degli uomini che li vedono sempre protagonisti, Corea, Vietnam e Afghanistan, usati tanto nella lotta al narcotraffico quanto nelle faccende malavitose della mafia russa. Furukawa ci regala una storia di cani sfruttati dagli uomini, animali però dotati di una vita propria, di un proprio universo: come noi, si innamorano e fanno figli, li vedono vivere e morire, fuggire per non tornare mai più.
Un romanzo che invita alla riflessione, tra le pagine della storia vista da un punto di vista assolutamente inedito. Belka di Hideo Furukawa è una delle più interessanti novità dell’ultima settimana, disponibile da pochi giorni nelle librerie promette una lettura destinata a lasciare il segno. In Italia è stato pubblicato dalla Sellerio Editore Palermo, il rapporto qualità prezzo del libro è assicurato.