Il 18 ottobre è uscito il nuovo capolavoro di Paolo Giordano, “Il corpo umano”, questo libro in poche settimane è diventato un successo indiscusso, moltissime le vendite e molte le critiche poiché, come è stato per “La solitudine dei numeri primi”, primo libro di Giordano, l’argomento è molto discusso e difficile da affrontare. Cinque anni sono servita all’autore per portare a termine questo capolavoro, un libro che rappresenta la maturazione, una storia meditata e forte. Il libro racconta la storia di Roberto Ietri, caporal maggiore dell’esercito, che finalmente col suo plotone comandato dal maresciallo Antonio René, vede avverarsi il sogno di partecipare alla missione di pace in Afghanistan. Il luogo nel quale vengono mandati, però, si rivela assolutamente inospitale: il caldo è soffocante, il nemico si fa sentire, ma non si vede mai e non ci sono altro che loro per chilometri. La notte sdraiati sulle brande i militari vengono sorpresi dai ricordi e nel silenzio sentono solo l’incessante rumore del loro corpo che vive, il cuore che pulsa, gli organi interni che si muovono. Quella che si racconta nel romanzo è una storia di guerra, guerra contro i nemici, guerra contro il proprio corpo, guerra contro ciò che si è lasciato in sospeso. Quello scritto da Giordano è un romanzo corale che alterna spensieratezza e dramma, dove si scoprono i conflitti nascosti quelli familiari, quelli affettivi e quelli sanguinosi e interminabili contro se stessi.
Il titolo senza dubbio prende spunto da un aspetto importante in situazioni estreme, come la guerra, il corpo umano è molto più comunicativo della mente, perché quest’ultima se ne sta un po’ in disparte sono troppi gli orrori, i conflitti, le contraddizioni, per poterli esprimere. Ma il corpo non ha censure e parla. Un libro importante, una storia profonda, dove Giordano si esprime per la prima volta in tutta la sua capacità narrativa. Buona lettura a tutti!