Se ne parla ormai da oltre venti giorni, e precisamente dallo scorso 3 Gennaio, data di uscita di un libro dal sapore amaro, “Zigulì. La mia vita dolceamara con un figlio disabile” di Massimiliano Verga, edito da Mondadori. Un libro che in pochi giorni è balzato ai primi posti nella top ten dei libri più venduti, e che racconta la vita di un padre e di tutta una famiglia a contatto con la disabilità; il senso di impotenza che lo attanaglia, la rabbia, l’angoscia e lo smarrimento di fronte a una condizione con cui siamo costretti a convivere.
“Metà di quello che ho scritto è uscito in una notte. Il resto sul tram, mentre andavo al lavoro”, racconta Massimiliano, padre di tre bambini, Jacopo, Cosimo e Moreno. Moreno ha otto anni; è nato sano ma nel giro di pochi giorni è diventato gravemente disabile.
“Così ho raccolto gli odori, i sapori e le immagini della vita con mio figlio Moreno. Odori per lo più sgradevoli, sapori che mi hanno fatto vomitare, immagini che i miei occhi non avrebbero voluto vedere. Ho perfino pensato che fosse lui ad avere il pallino della fortuna in mano, perché lui non può vedere e ha il cervello grande come una Zigulì. Ma anche ai sapori ci si abitua. E agli odori si impara a non farci più caso. Non posso dire che Moreno sia il mio piatto preferito o che il suo profumo sia il migliore di tutti. Perché, come dico sempre, da zero a dieci, continuo a essere incazzato undici. Però mi piacerebbe riuscire a scattare quella fotografia che non mi abbandona mai, quella che ci ritrae quando ci rotoliamo su un prato, mentre ce ne fottiamo del mondo che se ne fotte di noi.”
Massimiliano Verga insegna sociologia del diritto all’Università di Milano Bicocca, e il suo racconto è crudo, reale, non inutilmente condito di tenerezza e buonismo, perché accanto alle gioie che ti può dare un figlio, c’è la rabbia di non poter condividere il dolore con nessuno. “Se Moreno potesse leggere o capire quello che ho scritto, avrebbe tutto il diritto di incazzarsi con me. Ma, per mia fortuna, non può leggere, perché è cieco. E neppure capire, perché la Zigulì che ha sotto i capelli gli consente di riconoscere soltanto le tre parole che servono per sopravvivere: pappa, acqua, nanna. Insomma, uno dei vantaggi di avere un figlio handicappato è che puoi permetterti di essere un idiota e di trattarlo anche male. E io mi concedo spesso questo vizio”, continua Massimiliano Verga.
Il suo atteggiamento ha destato stupore tra le tante mamme di figli disabili, commenti fiume su blog e social network, perché non tutti hanno queste reazioni di fronte alla disabilità di un figlio. Commenti che lasciano l’amaro in bocca, che fanno capire quanto possa essere soggettiva la reazione di Massimiliano e quanto poco possa essere condivisa dalle tante, tantissime famiglie che convivono con la disabilità ormai da venti, anche trent’anni. Un libro che ritroveremo nella classifica dei libri più venduti della settimana, e che sicuramente non vi lascerà indifferenti.
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