All’insegna dell’eleganza, dell’ironia e della freschezza, è stato scritto questo delizioso libro rivolto ad un pubblico dai sei anni in su.
Dall’idea di un padre che non è mai a casa e non può leggere le favole alla sua bambina, nasce Favole al telefono.
Ogni sera, alle nove, appuntamento con un racconto diverso, storie brevi, quanto basta per un piccolo volo di fantasia, per addormentarsi, per non gravare troppo sulla bolletta.
Racconti che portano sempre una morale, ma che mai si lasciano prendere dal moralismo.
Tutto è orchestrato dalle grandi capacità pedagogiche e letterarie di Gianni Rodari, che ben conosce i bambini e che sa come insegnare senza avere il tono dell’insegnante.
Tanti personaggi stravaganti affollano le pagine.
La donnina che conta gli starnuti riempiendo il suo libretto di crocette
Giovannino Perdigiorno, grande viaggiatore ed esploratore che viene allontanato dal Paese senza punta, perché si rifiuta di schiaffeggiare una guardia. (il mondo sarebbe più bello se non si adottassero i castighi come strategie educative).
Il giovane gambero invita a credere in ciò che si fa, perché è la buona volontà che ci sostiene.
Visitiamo il paese degli uomini di burro, dove le case si trovano in grandi frigoriferi e nel quale il re minaccia di arrestare il sole.
I bambini vengono invitati dalle guardie e dai pompieri a bere una casa di gelato che si sta sciogliendo e per ordine del medico nessuno avrà il mal di pancia.
Caratteristica dello stile rodariano è il non termine di alcune storie, in cui ci saranno tanti finali quanti sono i bambini.
Oppure veniamo guidati ad immaginare un mondo senza guerra, senza bugie, senza la sete di accumulare (l’uomo che voleva rubare il Colosseo), a sostituire un noi alla solitudine dell’io.
Tutto può cambiare, se davvero lo si desidera.
Puoi votare l'articolo anche qui, gli articoli precedenti qui.