Secondo Nikos Kazantzakis “gli insegnanti ideali sono quelli che si offrono come ponti verso la conoscenza e invitano i loro studenti a servirsi di loro per compiere la traversata; poi, a traversata compiuta, si ritirano soddisfatti, incoraggiandoli a fabbricarsi da soli ponti nuovi”. Con questo spirito, Leo Buscaglia, è stato docente presso la University of Souther California ed il primo al mondo ad istituire un corso universitario sull’amore, perché “l’amore si impara, come qualunque altra cosa nella vita”.
Da varie conferenze tenute su questo tema , nasce questo libro: Vivere amare, capirsi. un libro che può cambiare la percezione della vita, e permetterci un balzo di consapevolezza, che sposta l’asse di percezione dell’essenziale, che tende a generare uno choc che fa vacillare le condizioni socialmente acquisite e ci riconcilia con le nostre debolezze, anche se a tratti con un sentimentalismo invadente, ma fa di tutto per strapparci dalla nostra comoda, compiaciuta, inerzia.
Buscaglia racconta della sua passione per la gente con il fine di illustrare l’importanza del rapporto con gli altri , suggerisce di vivere in modo un po’ matto, a volte, perché “illumina la giornata”, ci fa comprendere come sane e libere relazioni con gli altri siano alla base di un buon equilibrio; imparare l’amore e non darlo per scontato come fosse il sorgere del sole
Riflettiamo su quanto ci limiti la materialità e l’attaccamento emotivo ad essa.
I numerosi aneddoti riportati intaccano la scorza dura che tutti ci siamo modellati addosso.
Una frase più di tante parole chiarisce lo spirito del testo:”Avete il pennello, avete i colori, dipingete il paradiso e poi entrateci!”
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