E’ sicuramente una notizia che non fa scalpore, perché tutti, in un certo senso ce l’aspettavamo. La crisi si è abbattuta anche nel settore dell’editoria, considerato da sempre uno dei pochi settori intoccabili che non avrebbero mai sofferto la crisi; eppure gli italiani, nell’ultimo trimestre 2011 hanno acquistato meno libri, e soprattutto in un periodo, quello delle vacanze di Natale, in cui in genere si acquistano e regalano più libri rispetto al resto dell’anno.
Le riforme del governo Monti hanno colpito tutti, anche quanti fino a pochi mesi fa riuscivano a leggere anche due o tre libri al mese. Devo ammettere che anche io sono tornata a un periodo in cui, da oltre 5 letture al mese, mi accontento di appena una. Teniamo conto poi, che il costo medio di un libro si aggira anche intorno ai 15 euro, per cui molta gente preferisce fare la spesa o comprare una maglietta piuttosto che acquistare un libro. Purtroppo è brutto da dire, ma è la realtà.
Molti ripiegano sull’eBook, ma anche in questo settore non c’è stata l’impennata che tutti si aspettavano, soprattutto perché circolano piuttosto liberamente copie pirata di libri usciti anche da pochi giorni e reperibili non solo su internet. Questi i dati catastrofici presentati qualche giorno fa alla presentazione della ricerca condotta dalla Nielsen sullo stato della lettura in Italia, commissionata dal Centro per il Libro e la Lettura.
Passiamo ad esaminare i numeri: nel 2011, il 49% degli italiani adulti ha letto almeno un libro, il 44% ne ha acquistato almeno uno. In altri paesi europei, i dati sono molto diversi, se si pensa che in Inghilterra e in Francia oltre il 70% della popolazione ha letto almeno un libro nel corso dell’intero anno. Solo il 5% della popolazione dichiara di leggere più di dodici libri l’anno. Solo una questione di tempo? Sembra proprio di no, dal momento che gli amanti della lettura ci sono, ma sono costretti a limitare l’acquisto dei libri proprio perché la crisi comincia a farsi sentire, e la gente preferisce spendere il proprio denaro per acquistare generi alimentari e di prima necessità. Riusciranno gli editori a uscirne illesi da questo periodo negativo?
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