Pierre Lemaitre si è imposto negli ultimi anni non solo come il re del noir francese, ma come un autore di respiro internazionale capace di scuotere il mondo della letteratura e sorprendere con romanzi in bilico tra generi differenti ma tutti ugualmente potenti, profondi e appassionanti. Un mix cui ogni scrittore brama e con cui Lemaitre condisce ogni sua opera: Ci rivediamo lassù non fa eccezione, pubblicato in Italia nel gennaio del 2014, è stato il vincitore del Prix Goncourt nel 2013 ed è stato eletto come miglior romanzo dell’anno dalla rivista Lire.
Lemaitre ci fa compiere un viaggio indietro nel tempo, fino al primo dopoguerra e a quelli che furono i terribili effetti della prima guerra mondiale in Francia. Nel 1918 Albert ed Edouard sono amici per la pelle, entrambi sono sopravvissuti alla carneficina della Prima Guerra Mondiale e sono stati testimoni di un efferato delitto perpetuato da un nobile decaduto. L’assassino diverrà un loro acerrimo nemico, li vorrà eliminare in quanto unici testimoni. Ma di ritorno alla quotidianità, lontani con il corpo e con la testa dal nobile decaduto, Albert ed Edouard devono affrontare una vita divenuta assurdamente difficile, un’esistenza da emarginati. Nelle difficoltà, covano un odio ben motivato da uno Stato che da un lato esulta i caduti in guerra e dall’altra non fa niente per aiutare i vivi.
In queste condizioni, Albert ed Edouard organizzano una colossale truffa ai danni del proprio Paese, ergendo il sacrilegio allo status di opera d’arte. Ma all’apice del loro rocambolesco successo, non sanno che ancora devono fare i conti con il loro vecchio nemico. Sulle pagine de Il Corriere della Sera, Antonio D’Orrico scrive: “Questo è un romanzo senza Dio e senza patria che disonora i morti e i vivi, un romanzo che riassume il senso ultimo, profondo e macabro del Novecento, quello, cioè, di essere stato il secolo della carneficina industrializzata. La fantasia non arriverà mai alle efferatezze della realtà: non c’è noir più grande della Storia.”