Dopo il successo mondiale de Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve, nel 2013 è tornato in libreria Jonas Jonasson con una nuova e irresistibile storia, ben presto divenuta best seller: L’analfabeta che sapeva contare. Una divertente e allo stesso tempo commovente epopea, una spy story costruita su di un personaggio indimenticabile: Nombeko, la ragazzina prodigio sudafricana. A pochi mesi dalla scomparsa di Mandela, il libro di Jonasson omaggia il processo di pace e la vittoria sull’apartheid del popolo sudafricano.
L’analfabeta che sapeva contare parla dell’inarrestabile ascesa di Nombeko, che riesce a riscattarsi e fuggire via dalle latrine che era costretta a pulire nel ghetto di Soweto. Nombeko non sa né leggere né scrivere, ma fin dalla più tenera età ha manifestato un profondo amore per i numeri tanto è vero che è in grado di eseguire a mente operazioni complicatissime. E questa dote fuori dal comune, che ne fa una ragazzina prodigio, la porterà a emanciparsi e a vivere un’esperienza fuori dal comune.
Nombeko avrà a che fare con il re e il primo ministro della Svezia, con una bomba atomica con cui condividerà un viaggio, e con i servizi segreti israeliani, che le saranno costantemente alle calcagna. Con L’analfabeta che sapeva contare, Jonas Jonasson ha dato vita a un nuovo romanzo dal ritmo forsennato, profondamente ironico e divertente. Si legge tutto d’un fiato, con il sorriso sulle labbra e con un emozione sempre pronta a colpire nel profondo il cuore. Non è un caso che il libro sia andato ben presto a eguagliare il successo dell’incredibile esordio di Jonasson.