Sette anni dopo l’uscita di Gomorra, Roberto Saviano è tornato nelle librerie di tutta Italia con un nuovo romanzo-inchiesta: ZeroZeroZero, un viaggio nel mondo sommerso della cocaina. Questa volta lo scrittore viaggia oltre i confini nazionali, affronta un problema internazionale, parla di quel petrolio bianco che è la merce più usata, desiderata e trafficata dei nostri tempi, dalle strade di Milano all’Africa, dal Messico a New York, dalla Russia a Parigi.
Dopo il successo del 2006 che lo portò alla notorietà e alla perenne minaccia di morte, successivamente alle sporadiche pubblicazioni con il Corriere, alle raccolte di articoli e alle collaborazioni con Fabio Fazio, Saviano torna in libreria con il suo secondo libro inchiesta che svela il volto malato del nostro mondo. Leggere ZeroZeroZero è sconvolgente, si ha l’impressione di vivere in un’eterna illusione, in una realtà dove le mafie e la criminalità organizzata sono riuscite a sviluppare un tale grado di evoluzione da confondersi nel mare magnum del business internazionale, il dilagare della crisi economica ha giocato a loro vantaggio garantendoli facili infiltrazioni fino ai vertici di Wall Street.
Il romanzo-inchiesta è stato accolto come un capolavoro dalla stampa nazionale, intanto la premessa allo scritto regalataci dall’autore è inquietante “Scrivere di cocaina è come farne uso. Vuoi sempre più notizie, più informazioni, per quanto continuo a raccoglierne fino alla nausea, più di quanto sarebbe necessario, senza riuscire a fermarmi. Sono botte di adrenalina che mi sparo direttamente in vena.” Ma dall’inquietudine dello scrittore ben presto si passa a quella che sarà propria del lettore “Ma perché questo rumore lo sento solo io? [..] la gente non sa. C’è un fiume che scorre sotto le grandi città, nasce in Sud America, passa dall’Africa e si dirama ovunque. Uomini e donne passeggiano in via del Corso, non sentono niente? Come fanno a sopportare questo rumore?”