L’Ultima porta del cielo è un romanzo anomalo nella vasta produzione letteraria di Dean Koontz, molti ritengono che sia il suo capolavoro. Non si può catalogare questo romanzo tra classici generi come il thriller, il gotico o la fantascienza, tipi ben noti allo scrittore statunitense. Il libro, edito nel 2003 dalla Sperling&Kupfer, sconfina i limiti del semplice racconto e si trasforma in un’esperienza di vita pronta a regalare un emozionante senso di pace. La trama si sviluppa attorno alle vicende di Micky, una ragazza molto bella con un passato travagliato tra uomini, alcool e prigione. Con il desiderio di cambiare vita la protagonista si rifugia da un’anziana parente, nella roulotte di zia Geneva. Ma non saranno le cure della zia, né un nuovo lavoro, a permetterle di svoltare pagina, ma l’incontro con la piccola Leilani.
Nonostante l’evidente disabilità la bambina mostra una forza d’animo sorprendente, appare sveglia, simpatica ed estremamente saggia per i suoi nove anni. Tuttavia Leilani combatte quotidianamente contro un’ansia repressa, dovuta alla convivenza con una madre drogata e un patrigno fanatico dell’eutanasia che minaccia la sua vita. Salvare quella ragazzina dotata di una luce interiore così intensa diventerà la missione di Micky, alias Michelina Bellsong.
Insieme alla vicenda principale si sviluppano altre storie, altri protagonisti dal piccolo Curtis Hammond che fugge da pericolosi assassini all’investigatore privato Noah Farrel. Tutti si ritroveranno assieme in un finale concitato che lascerà con il fiato sospeso. Il Booklist ha parlato di “un romanzo ipnotico: Koontz non delude mai!”, non esageriamo dicendo che con L’ultima porta del cielo ha toccato l’apice di un’incredibile carriera che, forte di duecento milioni di copie vendute, l’ha portato a rivaleggiare nelle librerie con un mostro sacro quale Stephen King.