Molti di noi hanno sentito parlare almeno una volta di autismo, questa malattia che rende le persone tornado senza freni, che tiene intrappolate le persone in un mondo diverso dal nostro. Ma per capire davvero cosa significa autismo dovremo intraprendere un viaggio unico insieme ad Andrea e suo padre, un viaggio raccontato nel libro “Se ti abbraccio non aver paura”.Quest’opera è il resoconto di viaggio a bordo di una Harley-Davinson e di auto a noleggio, dall’Atlantico al Pacifico e giù a sud fino a Manaus, nel cuore dell’Amazzonia,
attraversando frontiere, incontrando popoli e abitudini sconosciuti, abituando lo sguardo, ogni giorno, a un panorama diverso, non smentisce, non illude, non inganna e non indora la pillola. Ci fa conoscere Andrea, un ragazzo autistico, uno tra tanti, non nasconde le fatiche, le paure, gli sforzi di due genitori e di un fratello più piccolo, non trascura la sofferenza e la stanchezza di Andrea.Questo libro è il racconto dell’amore di un padre per un figlio e di come la vita può essere strana e potente, ma solo se si ha il coraggio di assaporarla qualunque cosa succeda, spingersi sul baratro che segna il confine dell’esistenza, affacciarsi e provare ad annusare il senso del nostro essere qui. a strana condizione esistenziale chiamata autismo è il punto di partenza del viaggio che facciamo grazie ad Andrea e suo padre.Andrea ha 18 e gli è stato diagnosticato l’autismo quando ne aveva 3, sembra che Andrea sia finito per sbaglio in una dimensione che non gli appartiene, e abbia difficoltà a comunicare con chi abita qui.
La sorpresa, per il padre e per il lettore, è che la conquista non sarà imparare a capire meglio Andrea, ma imparare a vedere la vita che scorre, e che guai a intrappolarla, autismo o non autismo. “Immagina di essere al volante di un’auto. Che l’auto è il tuo corpo, e con quest’auto ti devi muovere per fare ogni cosa. Tu sai benissimo che devi accendere, mettere la marcia e partire girando il volante per seguire la tua strada. Ma succede che quando accendi suona il clacson… e che quando sistemi il sedile l’auto si mette in moto… che se acceleri va indietro… metti la freccia e invece si apre la porta… sai cosa devi fare, vedi tutto… ma niente corrisponde a quello che vuoi fare o comunicare…” ha dichiarato Franco dopo il viaggio con suo figlio.
Il titolo del libro deriva da un abitudine che Franco e sua moglie hanno da anni, quella di fare delle maglie con scritto sopra “se ti abbraccio non aver paura”, un avvertimento per non spaventare chi veniva prescelto dalle attenzioni del figlio che adora conoscere la gente abbracciandola. Un vero best seller!