Oggi parliamo di Chiedi alla polvere, uno dei primi romanzi dello scrittore italo-americano John Fante, figura artistica riscoperta nel nostro paese e in Francia soltanto alla fine degli anni Ottanta, che ispirò profondamente la scrittura di Charles Bukowsky. La prima pubblicazione del romanzo infatti risale al 1939 e fa parte di quel ciclo di scritti realizzati da Fante tra il 1936 e il 1982, testi che saranno pubblicati dall’editore Einaudi nel 2009 con il titolo Le storie di Arturo Bandini. Arturo Bandini è l’alter ego di John Fante. Personaggio ironico, comico, un sognatore sbandato che culla il desiderio di seguire le sue aspirazioni artistiche e diventare scrittore. La trama del romanzo e il suo lessico sono raffinati, pieni di colpi di scena e da ogni frase, da ogni parola trasudano grandi quantità di energia, di emozioni forti, di dolore e di ironia.
Il protagonista ha appena vent’anni, ha lasciato la sua famiglia nel Colorado negli anni della Grande Depressione e alloggia in una squallida stanza d’albergo presso il quartiere di Bunker Hill, nella città di Los Angeles.
La sua camera è essenziale: qualche vestito, un armadio, un letto, una scrivania e la sua macchina da scrivere. Arturo si aggira per le strade di Bunker Hill senza un soldo in tasca, cibandosi di arance e sognando nuove realtà ad occhi aperti.
Leggendo le pagine del romanzo ci si rende conto che Arturo vive i suoi giorni in quel quartiere malfamato ossessionato da due cose: diventare uno scrittore di successo e riuscire a conquistare il cuore di Camilla Lopez, cameriera messicana dal corpo mozzafiato e dalla testa vuota conosciuta al Columbia Buffet, donna ammaliante destinata a scivolare lentamente nel tunnel della mariujana e della pazzia. Un amore non corrisposto che per un breve periodo getterà Arturo tra le braccia della ninfomane Vera; ed è proprio da questo “tradimento” che il novello scrittore trarrà ispirazione per ricominciare ad approcciare alla scrittura e realizzare il suo primo vero romanzo.
Chiedi alla polvere è il romanzo del disincanto e del realismo, dello squallore metropolitano, di una Los Angeles densa di quartieri polverosi e tristi, di padroni di casa che non accettano stranieri, di vecchi locali fatiscenti, di una ragazza disperata e di una solitudine folle.
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