Questa frase di Arthur Schnitzler tratta da “Il libro dei motti e delle riflessioni” del 1927 ha come tema la solitudine, spesso vista agli occhi delle persone come una sorta di malattia che porta tanta sofferenza. Invece secondo Arthur Schnitzler se una persona sente di non poter cambiare il suo stato di solitudine, può valorizzarla prendendo gli aspetti positivi come il conoscersi meglio interiormente e il ragionare in modo tranquillo.
“Chi si sente condannato alla solitudine può sempre fare qualcosa perché la sua solitudine sia ricca”