Il libro scritto da Elena Loewenthal offre una rassegna di storielle umoristiche ebraiche. Il titolo prende lo spunto da une delle storie incluse nella raccolta, un maestro ebreo va in paradiso dove gli viene servito un piatto di aringhe fredde e ascolta esterrefatto la spiegazione che gli da un angelo.
Forte in molti paesi occidentali, l’umorismo ebraico vanta personaggi di punta come Woody Allen o i fratelli Marx. Da noi un po meno conosciuto ma in crescita anche grazie al teatro di Moni Ovadia e questa bella raccolta.
Si sa l’umorismo è un’arma per affrontare le difficoltà e in questo le comunità ebraiche hanno prodotto una notevole letteratura. Originario delle regioni dell’est europeo dove era parlata la lingua yiddish, offre una indimenticabile serie di personaggi tipici dell’immaginario dell’umorismo ebraico.
C’è la invadente mamma che tutto decide sui figli, specialmente i maschi, di ricchi esponenti della comunità e le povere controparti. Divertenti diatribe fra esponenti delle differenti comunità racconta la corale esperienza culturale ebraica, nessuno si prende sul serio e nessuno è esente dalle mire di ilarità.
Sdrammatizzare è la parola d’ordine, disarmare la sorte avversa e le ostilità con una vena popolana e popolare. Ricorda molto da vicino un approccio molto napoletano, accomunato forse da un vivere un po complicato e della necessità di mantenere alti i toni. Del resto Totò ha espresso uno spirito molto vicino, incredibilmente, a quel ridersi addosso. Anche lui esponente e genio italiano come pochi altri.
Un libro, questo di Loewenthal, gradevole ed istruttivo, senza fare prediche o lezioni familiarizza con un mondo ebraico che alla fine della raccolta è bello avere conosciuto.
Un’aringa in paradiso, Elena Loewnthal, Dalai Editore, € 6,71
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