“Il regno”, ultimo libro di Emmanuel Carrère racconta del cristianesimo. “In un certo periodo della mia vita sono stato cristiano” scrive l’autore nella quarta di copertina dell’edizione francese del Regno. “Lo sono stato per tre anni. Non lo sono più”. Due decenni dopo, tuttavia, prova il bisogno di tornarci su, di ripercorrere i sentieri del Nuovo Testamento: non da credente, questa volta, bensì da investigatore. Senza mai dimenticarsi di essere prima di tutto un romanziere.
Così, conducendo la sua inchiesta su quella piccola setta ebraica che sarebbe diventata il cristianesimo, Carrère fa rivivere davanti ai nostri occhi gli uomini e gli eventi del I secolo dopo Cristo quasi fossero a noi contemporanei: in primo luogo l’ebreo Saulo, persecutore dei cristiani, e il medico macedone Luca (quelli che oggi conosciamo come l’apostolo Paolo e l’evangelista Luca); ma anche il giovane Timoteo, Filippo di Cesarea, Giacomo, Pietro, Nerone e il suo precettore Seneca, lo storico Flavio Giuseppe e l’imperatore Costantino – e l’incendio di Roma, la guerra giudaica, la persecuzione dei cristiani; riuscendo a trasformare tutto ciò, è stato scritto, in un’avventura erudita ed esaltante, un’avventura screziata di autoderisione e di un sense of humour che per certi versi ricorda Brian di Nazareth dei Monty Python.
Al tempo stesso, come già in Limonov, Carrère ci racconta di sé, e di sua moglie, della sua madrina, di uno psicoanalista sagace, del suo amico buddhista, di una babysitter squinternata, di un video porno trovato in rete, di Philip K. Dick. Emmanuel Carrère, l’autore di successo di Limonov, si cimenta in un’altra impresa straordinaria, narrando le origini del cristianesimo e la storia dei primi cristiani. Dunque questo libro è il Vangelo secondo Carrère, un libro erudito ed entusiasmante per entrare in un mondo che ci appartiene ma che non tutti conosciamo a fondo.