Il romanzo di Elena Ferrante “ L’amica geniale ” comincia seguendo le due protagoniste bambine, e poi adolescenti, tra le quinte di un rione miserabile della periferia napoletana, tra una folla di personaggi minori accompagnati lungo il loro percorso con attenta assiduità. L’autrice scava nella natura complessa dell’amicizia tra due bambine, tra due ragazzine, tra due donne, seguendo la loro crescita individuale, il modo di influenzarsi reciprocamente, i buoni e i cattivi sentimenti che nutrono nei decenni un rapporto vero, robusto.
Narra poi gli effetti dei cambiamenti che investono il rione, Napoli, l’Italia, in più di un cinquantennio, trasformando le amiche e il loro legame. E tutto ciò precipita nella pagina con l’andamento delle grandi narrazioni popolari, dense e insieme veloci, profonde e lievi, rovesciando di continuo situazioni, svelando fondi segreti dei personaggi, sommando evento a evento senza tregua, ma con la profondità e la potenza di voce a cui l’autrice ci ha abituati. Si tratta di quel genere di libro che non finisce. O, per dire meglio, l’autrice porta compiutamente a termine in questo primo romanzo la narrazione dell’infanzia e dell’adolescenza di Lila e di Elena, ma ci lascia sulla soglia di nuovi grandi mutamenti che stanno per sconvolgere le loro vite e il loro intensissimo rapporto.
Romanzo di buon livello, scrittura essenziale, senza sbavature o fronzoli. Elena Ferrante apre una porta sulla Napoli del secondo dopoguerra attraverso le vicende di vari personaggi di estrazione popolare. Il cuore del romanzo si concentra sul rapporto di amicizia tra Lenù e Lila, ma non ridurrei tutta l’opera a questo rapporto complicato, controverso, intenso. Questo ” L’amica geniale ” è un bildungsroman, un vero e proprio romanzo di formazione, con protagoniste le due adolescenti, in modo particolare Lenù, la voce narrante. Elena Ferrante si dimostra una fine indagatrice dei meccanismi alla base delle relazioni tra i personaggi.