E’ uscito da pochi giorno il quarto libro di Daria Bignardi, “L’amore che ti meriti”. Come può l’amore essere insieme la forza più creatrice e più distruttrice? Cosa siamo disposti a perdere per l’amore, cosa siamo disposti a mettere in gioco? Il libro inizia a Ferrara dove Alma e Maio, due fratelli adolescenti, vivono in una sorta di reciproca, incantata dipendenza. La loro famiglia è molto unita. La scuola è finita, l’estate inizia. Alma e Maio non lo sanno, di essere felici. Per Alma è un gioco quando propone al fratello di provare l’eroina.
Una sola volta, l’ultima sera di libertà prima di raggiungere i genitori per le vacanze. Ma mentre lei passa indenne attraverso il veleno, Maio resta segnato. E un giorno scompare. La seconda parte è Bologna, trent’anni dopo. Antonia, che tutti chiamano Toni, è l’unica figlia di Alma. Vive con Leo, commissario di polizia conosciuto durante uno dei sopralluoghi per i gialli che scrive. Ignora tutto di Maio, la madre non le ha mai raccontato nulla: forse per proteggerla, o forse troppo grande è il senso di colpa. Ma quando viene a sapere che Antonia aspetta il suo primo figlio, Alma non riesce più a mantenere il silenzio di cui si è fatta scudo. Toni torna a Ferrara per cercare Maio.
In quella città troppo silenziosa, ovattata, impermeabile, attraverso un vortice di incontri che fanno trapelare di volta in volta uno spiraglio di verità subito richiuso, un’occasione di vita, inizia una ricerca che pensa di condurre in nome della madre, ma che sempre più prenderà possesso della sua anima, fino a diventare rivelazione e ricognizione di sé. Nell’inchiesta su Maio si riflette il gioco delle generazioni, la cifra nascosta di quegli anni bui a cavallo tra Settanta e Ottanta, fino al destino stesso di Antonia. Mentre il figlio le cresce dentro, Toni dovrà assumere su di sé, in una discesa di madre in figlia, le mille domande emerse cercando Maio e la storia di una famiglia: come si fa a meritarsi l’amore?