Torna Dexter Colin nelle librerie con “Il mistero del terzo miglio”, un giallo bello e misterioso. Un cadavere galleggia nel canale di Oxford. È totalmente smembrato e decapitato, sì da nasconderne l’identità. Contemporaneamente, è denunciata la scomparsa di un professore dell’università. La brutta storia è iniziata, in apparenza, in un giorno di novembre del 1942, durante la battaglia di El Alamein, quando un codardo lascia morire di una fine orribile un giovane soldato. Quell’ora di viltà, a un cinquantennio di distanza, proietta i raggi velenosi del rimorso e della vendetta su un gruppo di accademici dominato da “un odio inflessibile e un’ambizione quasi folle”.
Da questo miscuglio di precedenti, nefasti influssi e cattivi umori seguono: una batteria di omicidi di cui non si intravede né scopo né causa, un paio di messaggi indecifrabili, e poi scambi di personalità, sconvolgenti rivelazioni, incroci scandalosi tra università e mondo del sesso a pagamento. L’ispettore capo Morse qui come non mai è il genio dell’errore e del falso indizio; nessuno come lui sa approfittare del caso e dell’equivoco; addirittura è d’aiuto, in un’inchiesta così vertiginosamente confusa, il frequente “perdersi della sua mente chissà dove”; e in un paio di occasioni è decisiva la sua virtù di enigmista. Ma questa volta la sua abilità deve ingegnarsi a svelare per vie deduttive l’identità di un corpo senza volto, vero capo di una matassa mortale in cui ogni filo aggrovigliato rimanda a un altro filo ancor più aggrovigliato.
Questo libro è speciale perchè non è solo un giallo, è un viaggio nel tempo e nello spazio, ci trasporta nell’Inghilterra della seconda metà del Novecento, camminiamo nella Londra scintillante di Piccadilly Circus, o ci sentiamo inesorabilmente risucchiati nella latrina nota con il nome di Soho , e soprattutto entriamo e usciamo dagli edifici, dagli studi e dagli appartamenti frequentati dagli accademici oxfordiani. Un indagine Morse nuova e nel contempo psichica!