Nel 2013 è stato pubblicato in Irlanda, Gran Bretagna e Stati Uniti generando un trambusto senza precedenti; dal 26 febbraio sarà anche in tutte le librerie italiane: The Frontman, Bono (nel nome del potere), libro inchiesta sulla celebre rockstar Bono Vox e sul suo impegno umanitario. L’autore è Harry Browne, irlandese come il cantante degli U2, e insegnante presso la School of Media del Dublin Institute of Technology. Browne, con una scrittura brillante e un’esposizione inattaccabile, mette in evidenza una serie di dati di fatto che minano nel profondo la sincerità delle azioni di Bono Vox, insinuando che in fondo la rockstar non stia tanto dalla parte dei poveri e dei più deboli, quanto da quella dei più ricchi.
Il libro viene pubblicato in Italia da Edizioni Alegre, grazie alla spinta di due scrittori che hanno partecipato alla cura della versione italiana, Wu Ming 1 e Alberto Prunetti. Harry Browne non mette assolutamente in discussione la carriera musicale di Bono e degli U2, ma analizza la funzione politica che il Frontman ha volutamente assunto a partire dalla fine degli anni ’90, analizzando le sue motivazioni e gli effetti. Browne arriva a scoprire paradossi incompatibili con le parole d’amore e di denuncia proclamate dall’associazione No Profit “One”, a cui son legati personaggi del calibro di Condoleezza Rice (che a suo tempo, da consigliera di George W. Bush, promosse la guerra in Iraq) e Larry Summers (economista della Banca Mondiale che ha contribuito a deregolamentare Wall street). Gli unici africani membri dell’associazione di Bono Vox sono un magnate dell’industria telefonica e un ex amministratore delegato della Banca Mondiale, ovvero non le persone ideali per rappresentare i poveri.
Il lavoro di Browne è ben altro che un attacco frontale al leader degli U2, magari derivante da qualche antipatia radicata nel tempo. A sottolineare l’importanza della denuncia portata avanti dallo scrittore irlandese, ci pensano le recensioni positive raccolte per il mondo; come quella del The Guardian, che senza indugio afferma “Un libro brillante e ustionante… Bono e altri come lui si sono appropriati di uno spazio politico che altrimenti sarebbe stato occupato dagli Africani di cui si riempiono la bocca. Poiché Bono è visto dai leader mondiali come rappresentante dei poveri, questi ultimi non sono mai invitati a parlare. La cosa funziona bene per tutti quanti… esclusi i poveri.”
The Frontman di Harry Browne punta il dito contro i miliardari impegnati, i ricchi signori che organizzano i Live Aid per smacchiarsi la coscienza, togliendo la parola dalla bocca dei poveri e producendo effetti disastrosi.