Nel corso della sessantacinquesima edizione della Buchmesse di Francoforte, l’Associazione italiana editori ha presentato un rapporto che mostra come nel nostro Paese se da un lato aumenta il numero di lettori, dall’altro i libri acquistati diminuiscono e il mercato è in caduta libera. Lo studio presentato dall’Aie ha dato risposte prevedibili: viviamo in costante recessione economica e in uno stato tale le famiglie rinunciano ai beni superficiali, e i libri spesso non sono una priorità. Allarmante è il fatto che anche dalle biblioteche gli ordini di acquisto sono diminuiti, indice di come le stesse manovre statali tendano a tagliare sui servizi e non a rilanciare l’economia investendo su settori strategici, quale potrebbe essere la stessa cultura.
Dai dati presentati in Germania emerge un positivo 46% di italiani sopra i sei anni che ama leggere e che ne ha la possibilità; siamo ancora sotto i parametri europei ma pur sempre in crescita. I dati allarmanti riguardano la vendita dei libri: se nel 2012 si era registrato un crollo degli acquisti del 13,6%, nei primi otto mesi del 2013 si è registrato un ulteriore -5,4%. Le librerie sono per ora tenute in vita dai lettori medi e forti, coloro i quali leggono in media più di sette libri all’anno e hanno la possibilità di acquistarla. Ma è bene sottolineare come le vecchie e care botteghe dei libri sentano la crisi in modo ancora più grave dal momento che chi compra preferisce farlo su internet, avendo così la possibilità di usufruire di sconti e favorevoli offerte ottenuti senza muovere un passo fuori da casa. Non trascurabile è poi la crescita del mercato degli ebook, che sono sempre più concretamente il presente e il futuro dell’editoria.
Alla luce degli allarmanti risultati della ricerca, il presidente dell’Aie Marco Polillo si è rivolto direttamente alla politica: “Siamo a Francoforte, in un contesto internazionale ed è naturale fare dei confronti. Chiediamo una politica per il futuro che passi per una vera promozione del libro e della letteratura, un’Iva parificata tra ebook e libri di carta, il riconoscimento della centralità dei contenuti all’interno dell’agenda digitale, un aggiornamento serio, non improvvisato, delle normative sul diritto di autore. Il settore si aspetta molto da una buona politica: non sussidi, ma un supporto basato su regolamentazione, misure in favore dell’innovazione e promozione culturale.”