“Nove chiavi per nove simboli per nove custodi, affinché gli occhi del guardiano siano sigillati per sempre.” In questa frase è riassunto il romanzo che ha portato al successo lo scrittore italiano Martin Rua, che con Le nove chiavi dell’antiquario ha sbaragliato ogni record del self publishing e si è guadagnato un contratto con la Newton Compton Editore. Tra Napoli e Gerusalemme, il racconto si snoda in un crescendo di suspense ed emozioni, nell’incontro tra il genere giallo e l’occultismo, tra mistero e storia.
Cosa ha in comune Lorenzo Aragona, antiquario di Napoli, con gli uomini che dopo i bombardamenti di Berlino del ’45 entrarono in città alla ricerca di un pericoloso segreto, e con quei templari che, nel 1118, siglarono un misterioso patto destinato a durare nei secoli? Lo scopriremo insieme allo stesso protagonista. Lorenzo vedrà stravolta la propria vita che si dimostrerà essere tutt’altro che perfetta. La strana apparizione di Anna Nikitova Glys, giovane donna dell’est, gli aprirà gli occhi su un mondo fatto di apparenze, capirà che tutto quello che lo circonda è solo finzione. Quando tutti i nodi giungeranno al termine, i risvolti esoterici del racconto verranno a galla: le nove chiavi sono indissolubilmente legate alla figura di Baphomet. Il protagonista sarà messo davanti a un esistenziale interrogativo: si tratta di una leggenda o di una terribile verità che attira le attenzioni di molti uomini pericolosi?
Sarà compito del lettore scoprire l’arcano, in un libro intriso di mistero, frutto dell’estro creativo di Martin Rua. L’autore ha annunciato che si tratta solo del primo capitolo di una trilogia che aspetta solo di essere messa per iscritto.
“Fratelli, nessuno dovrà mai avere accesso a questo scritto, alle chiavi e soprattutto allo scrigno. Nessuno, neanche il pontefice o l’uomo più pio o colui che viva nella completa grazia di Dio. Poiché nessuno avrà mai la capacità di resistere alla sua forza immensa. Nessuno, tranne noi.”