Il Dizionario delle cose perdute è l’ultimo libro scritto da Francesco Guccini. Il cantautore è ormai entrato a pieno titolo nel mondo della letteratura. Dopo i successi dei romanzi scritti a quattro mani con Loriano Macchiavelli, lo scrittore emiliano ha intrapreso con successo l’avventura personale. La nuova opera, edita dalla Mondadori per la collana Oscar bestsellers e pubblicata lo scorso marzo, non è altro che un viaggio nel passato del nostro Paese. Una serie di ricordi romanzati sulla vita quotidiana, tanto diversa da quella presente, di solo qualche decennio fa.
Con l’abilità esclusiva di un cantastorie della sua caratura, Guccini ci riporta alla mente i tempi in cui la banana non era il frutto tanto amato dai bambini, ma piuttosto un’odiosa acconciatura che i genitori realizzavano con i capelli dei poveri e sofferenti figli. Per i giovani d’oggi, che non hanno vissuto direttamente quei tempi, molti particolari sembreranno dettagli di una barzelletta, ma quando si entrava al bar si doveva chiedere un “caffè caffè”, perché in caso contrario ci si sarebbe dovuti sorbire un caffè d’orzo. Con ironia nostalgica, Guccini ricorda che una volta si poteva andare al tabacchino e comprare un’unica sigaretta, da fumarsi dove meglio pareva: non c’erano divieti e i non fumatori erano considerati una brutta razza.
Ovviamente è sopratutto colpa, o merito, della tecnologia se la vita è tanto cambiata in pochi decenni. Quando non esistevano né sms né e-mail, per scriversi bisognava dichiarare guerra ai pennini e imbrattarsi di inchiostro. Quando non c’erano né computer né Play Station, i bambini giocavano tutto il giorno per strada e probabilmente si divertivano anche di più.
Guccini ci regala un bellissimo e poetico tuffo nel passato con il Dizionario delle cose perdute, per non dimenticare la semplicità dei tempi passati. Il libro si può al momento acquistare sugli store online usufruendo dell’iniziativa Un estate da oscar, che prevede uno sconto del 25%.