Lui è tornato, Timur Vermes ha fatto resuscitare il diavolo in persona, Adolf Hitler. Ma quello che potrebbe apparire un terribile incubo per l’intera umanità si trasforma in un’esilarante commedia che mette a nudo i paradossi della società contemporanea. Per Vermes si tratta dell’esordio letterario, il romanzo è già best seller dopo l’incredibile successo del passaparola, è un vero e proprio caso letterario.
Il mondo in cui il protagonista si risveglia nell’estate del 2011 è lo specchio di 66 anni di pace, per Hitler la guerra è finita da un momento all’altro e in questa nuova situazione non può sentirsi che spaesato. Sono sparite le croci uncinate, i suoi fedelissimi, e al governo della nazione c’è niente di meno che una donna, Angela Merkel. Per Hitler il mondo è capovolto, se ne rende conto, ma non fa nulla per nascondere la sua vera identità, le sue manie e la sua pazzia, ma l’esito è davvero paradossale. In pochi giorni diventa un fenomeno mediatico, un comico richiesto e imitato, un modello e una star da social network. È inevitabile una riflessione sul tempo corrente, anche sulla stessa politica italiana, come reagirebbe la società di fronte a una figura di tale demagogia? L’ex leader del partito nazista si ritrova immerso in un mondo cinico, spudorato, bramoso di successo e incapace di opporre alcuna resistenza alla sua forza emotiva.
Con un tema sempre caldo affrontato con spavalda disinvoltura, Timur Vermes è capace di far ridere a crepapelle lasciando impresso qualcosa di ben più significativo del semplice divertimento, con Lui è tornato i libro assume a pieno la doppia funzione di momento di svago e crescita intellettuale.