Aprire il libro e partire per un’indimenticabile avventura, è questo quanto promette Il cercatore d’oro di Jean-Marie Gustave Le Clézio. Il romanzo venne pubblicato in Francia nel 1980 e tradotto in italiano con dieci anni di ritardo, tuttavia è stato oggetto di recenti nuove edizioni dal momento che Le Clézio si è aggiudicato, nel 2008, il Premio Nobel per la letteratura “autore di nuove partenze, avventura poetica ed estasi sensuale, esploratore di un’umanità al di là e al di sotto della civiltà regnante.”
Il cercatore d’oro parla della rincorsa di un sogno, di una speranza coltivata durante l’infanzia che si scontra con la realtà nell’età adulta, tratta della scoperta di un mondo sconfinato all’interno dell’essere umano. La storia si evolve nell’arco di trent’anni a cavallo tra Ottocento e Novecento, vediamo crescere e maturare Alexis, protagonista che vive nel paradiso naturale dell’isola di Mauritius. Il ragazzo cresce affondando la sete della propria fantasia nelle letture, con il padre condivide l’amore per le cacce al tesoro, per le storie di marinai e pirati, ancora non sa che quello che per lui è sempre stato un sogno ben presto potrebbe tramutarsi in realtà. Facciamo appena in tempo a respirare l’aria dei poetici romanzi ottocenteschi alla Robert Louis Stevenson che veniamo frenati dallo scontro con il presente, impatto che vedrà il nostro Alexis confrontarsi con gli orrori della prima guerra mondiale che troncheranno l’innocenza del personaggio, dando la possibilità al racconto di calarsi in un’ambientazione più psicologica.
Le regioni, i luoghi che Alexis conosce e frequenta, sono frutto dei ricordi diretti di Le Clézio, come lui stesso afferma “Io sono un cittadino del mondo. Le mie fonti sono i ricordi d’infanzia, ciò che vedo e ciò che ho visto nella realtà, in ogni momento. Non invento quasi nulla.” Difatti lo scrittore è nato a Nizza nel 1940 da una famiglia originaria di Mauritius e ha viaggiato per tutto il mondo. Di lui The Times ha detto “Le Clézio racconta di uomini che respirano seguendo il ritmo delle stagioni, di un mondo in cui c’è ancora speranza di raggiungere la pienezza e la serenità.”