Con la crisi economica che siamo costretti a vivere giorno per giorno, con un mondo che appare sempre più pericolosamente instabile, è facile chiedersi che fine farà la Terra. Le domande sulla vita futura hanno sempre stimolato le fantasie degli uomini e nel corso degli ultimi secoli hanno portato alla scrittura di romanzi che hanno fatto la fortuna di un genere. Da Jules Verne a Isaac Asimov ha preso forma la fantascienza, nel corso del ventesimo secolo ha fatto il suo esordio nel mondo letterario Robert Silverberg, autore che ben si è affermato con una mole imponente di racconti di viaggi interspaziali.
Oggi parliamo di una delle sue tante opere, Ali della notte, quella che probabilmente più si adatta a un più grande insieme di lettori, non per forza amanti della fantascienza. Il racconto è significativo dal momento che non si limita ad immaginare un futuro per la nostra Terra, ma porta con sé un insegnamento morale, o un semplice consiglio a seconda di come lo si vuole vedere, che non deve essere sottovalutato.
La vedetta Wuellig, il ricordatore Tomis, il pellegrino Tomis, sono un solo uomo, il nostro protagonista. Attraverso i suoi occhi viaggeremo per le città più importanti del mondo, luoghi che per noi saranno facilmente riconoscibili sebbene profondamente mutati. Verremo a conoscenza delle evoluzioni e dei comportamenti tenuti dalla razza umana nell’arco dei millenni. L’uomo è stato soggetto di terribili efferatezze, ma proprio quando ne deve pagare il prezzo coglie l’opportunità per la sua redenzione.
Veniamo catapultati in un immaginario terzo ciclo, a millenni di distanza dai nostri giorni, in una società completamente cambiata che ha conosciuto la presenza e l’influenza di razze aliene. Proprio quando il mondo degli uomini sta venendo invaso a causa dei crimini commessi nel passato, l’umanità dimostra di non avere ancora perso un vizio che è ben evidente nella vita reale: mentre siamo intenti a combatterci l’un l’altro, divisi dalle nostre piccole differenze, non ci accorgiamo di starci a poco a poco autodistruggendo.