Ci sono scrittori che impiegano una vita intera a realizzare il loro capolavoro, ci sono persone invece che ogni piccola storia che scrivono la rendono speciale, unica ed emozionante, tra questi Stephen King è un vero Re Mida della letteratura contemporanea. Il Maestro dei racconti horror, anno per anno si dimostra essere un vero fiume in piena, le sperimentazioni nei suoi romanzi risultano essere sempre trovate sensazionali. Oggi parliamo di un piccolo tassello della sua veneranda carriera artistica: Desperation. Pubblicato nel 1996, riprende magistralmente l’eterna lotta tra bene e male. La famiglia Carver, i Jackson e Johnny Marinville hanno solo una cosa in comune: stanno attraversando una delle tante strade nel deserto che attraversano gli Stati Uniti.
La Highway 50 gli porterà incontro al più terribile tra gli incubi, sarà uno strano poliziotto a fermarli e accompagnarli nella cittadina di Desperation, annunciata da un insanguinato cartello di benvenuto “decorato” da un gatto inchiodato sopra. Il tutore dell’ordine pubblico Collie Entragian ha ben poco a che spartire con la giustizia, si mostra ben presto incline a terribili efferatezze, quasi fosse posseduto. Collie stesso è vittima di qualcosa di più grande, qualcosa che si nasconde nella vicina miniera di China Pit e minaccia silenziosamente chiunque gli si avvicini. L’onere di salvare il gruppo e le future vittime dall’incubo oscuro sarà del piccolo David Carver, guidato da una ferrea fede e da strani poteri spirituali il ragazzo diverrà l’eroe insospettato della storia.
Desperation non è un libello da 50 pagine ma è lontano anni luce dall’essere il prototipo del libro pesante, la capacità di King di caricare ogni singola pagina di una profonda suspense è rinomata in tutto il mondo e questo pregio non viene meno nemmeno ora che ci racconta un tema tanto battuto quanto l’eterna battaglia tra bene e male.