Ormai il 21 dicembre 2012 è vicino, la data che secondo il calendario Maya sancisce la fine di un epoca e, secondo molti catastrofisti, la fine del mondo, ci offre l’opportunità di parlare di un romanzo scritto vent’anni fa ma paurosamente attuale. Andiamo fino alle fredde terre finlandesi per presentare “L’allegra apocalisse”, il capolavoro di un visionario Arto Paasilinna. Nel romanzo dello scrittore scandinavo la Terra, così come la conosciamo noi, affronta i suoi ultimi anni di esistenza davanti a tragedie che distruggono il genere umano. L’ira di Dio è stata scatenate da motivi tragicamente a noi contemporanei: dalle guerre ai disastri nucleari, dalla crisi economica alla crisi della “monnezza” che nel caso specifico non colpirà Napoli ma New York e l’America intera.
Già nel lontano 1992 l’ex poeta e guardaboschi scandinavo prevedeva il collasso del mondo finanziario, una chiave di lettura odierna può essere quella dell’invito a riconsiderare il nostro stile di vita, “tornare alla natura”, fare a meno delle macchine, saper vivere senza la necessità del petrolio. Forse è davvero arrivato il momento di compiere un passo indietro che ci possa permettere di fare un grande salto in avanti.
Nella storia i protagonisti si salvano dalla catastrofe mondiale organizzandosi in una comunità silvestre, del tutto estranea alla tecnologia e allo sviluppo industriale, lontana dalla corruzione di una società che conosce un inesorabile declino. Chissà se Paasilinna non abbia voluto veramente lanciare un monito alle generazioni future, è evidente il suo tentativo di dimostrare che la nostra vita è indissolubilmente legata alla terra che calpestiamo, solo rispettando lei e il nostro prossimo possiamo assicurarci un futuro.