Nonostante la grande aspettativa che si sia creata attorno all’ iBooks 2, e i 350 mila download in appena 3 giorni, che hanno fatto pensare a un boom senza precedenti, sembra proprio che l’ultima trovata della Apple sia stata una delusione.
Eppure l’idea di portare i libri di testo in formato elettronico sembrava entusiasmante, non solo per gli studenti, ma anche per gli addetti ai lavori. Le critiche vengono anche dal web, dove Slater che offre un servizio on line per studenti, critica profondamente l’iBooks con queste parole:
“Sembra di leggere una copia in PDF dei libri che esistono oggi nelle classi scolastiche. Le feature interattive promesse sono praticamente inesistenti. Al di là delle solite funzionalità dell’iPad (sottolineatura e dizionario integrato), non c’è nulla di nuovo nei libri di matematica di iBooks”.
A giudicare dai commenti che si trovano in rete, gli utenti si aspettavano di più, anche se io, da profana, non riesco proprio a immaginare quale “plus” ci si aspettava. In fin dei conti la Apple non ha mica pubblicizzato uno strumento che ti fa i compiti gratis senza studiare, ma ha puntato sulla possibilità di interazione online e off-line di svariati strumenti che possono coadiuvare gli studenti nello studio di determinate materie.
Per quanto riguarda invece la critica mossa nei confronti dell’iBook, che sembra solo una versione più aggiornata dei vecchi e obsoleti pdf, ritengo che chiunque avesse già immaginato che si sarebbe trattato di una cosa molto simile.
Perchè invece non si guarda al lato positivo: meno carta, più spazio negli zaini degli studenti, costo più contenuto dei libri di testo. E’ questa la rivoluzione che Apple ci vuole comunicare. Gli editori infatti potranno decidere liberamente il prezzo cui vendere i propri testi in formato digitale, a patto che non si superi la cifra dei 14,99 $; se pensiamo che molti libri di testo superano di gran lunga questa cifra, guardiamo al risparmio per le tante famiglie che fanno sacrifici enormi per mandare a scuola i propri figli.
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