Lo scorso 13 Gennaio è uscito al cinema “La chiave di Sara” tratto dall’omonimo romanzo di Tatiana De Rosnay, edito da Mondadori e giunto ormai alla quarta ristampa. Il film prende molto dal libro, che racconta di una famiglia ebrea nella Parigi del 1942. La piccola Sarah viene prelevata di notte dalla polizia insieme ai suoi genitori
e portata nel Vélodrome d’Iver, in attesa di essere deportata nei campi di concentramento in Germania. Prima di uscire per l’ultima volta dalla sua casa, riesce a nascondere il fratellino più piccolo in un armadio, che chiude a chiave.
Sessant’anni dopo, una giornalista americana, Julia, deve ricostruire quei tragici avvenimenti, e tra le carte d’archivio scopre la storia di Sarah, e scopre che la sua vita è strettamente legata a quella della piccola. Cosa è successo? Che fine ha fatto Sarah? E il fratellino è stato mai salvato? Non è la prima volta che l’argomento “campi di concentramento” viene affrontato in un film, anche se qui fa solo da sfondo al racconto. Un argomento scottante, ancora più drammatico se si pensa che fu attuato dai francesi e non dai tedeschi.
Un film diretto da Gilles Paquet-Brenner, con Kristin Scott Thomas, Mélusine Mayance, Niels Arestrup, Frédéric Pierrot, Michel Duchaussoy.
Di seguito invece, i dati del romanzo:
Titolo: La chiave di Sarah
Autore: Tatiana De Rosnay
Editore: Mondadori
Dati: 2007, 319 pagine, rilegato
Prezzo di copertina: € 17,50
Parlando di questo libro non posso non fare riferimento ad un altro romanzo che per molta parte del 2011 è stato ai primi posti nella classifica dei libri più venduti. Si tratta de “Il profumo delle foglie di limone” di Clara Sanchez, che invece ambientava la sua storia sulla Costa Blanca, in Spagna. Questo ci fa capire come il fenomeno della Shoah non sia limitato esclusivamente alla Germania come nell’immaginario collettivo, ma è un fenomeno che ha interessato e coinvolto tutta l’Europa.
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