“Io sono uno che si mette in viaggio quando ne vale proprio la pena” e vale realmente la pena di dedicare un po’ di tempo a questo delicatissimo libricino sul senso della vita, attraverso l’amicizia. Immagini ad acquerello, ne accompagnano la lettura fino alla fine, richiamando quella pace che solo la saggezza sa infondere. Questo è il concetto: una distanza materiale non potrà mai dissolvere un legame solido e vero. Questo, almeno, ad un primo piano di lettura: diversissime sono, infatti, le possibili chiavi interpretative di questo breve testo: dalla favola ispirata, alla melliflua riproposta di vecchi sentimentalismi, fino ad un lucido e simbolico dare risposta alle più antiche questioni di senso.
Ognuno giunge laddove il suo sguardo sa condurlo, anche se ad ogni modo,qualcosa risuona, pur se non lo si afferra. “L’essere ignota non impedisce alla verità di essere vera”.
In pochissime battute, una moltitudine di esperienze.
Bach strizza l’esistenza come una spugna, una freccia che arriva dritta al cuore di questioni raccontate con leggerezza, con un incantevole tono che sfiora il divagatorio.
Assistiamo ad un vero e proprio percorso iniziatico.
Diverse obiezioni verranno rivolte al nostro giovane protagonista. Così veniamo invitati a riflettere sulla necessità di rivolgere all’interiorità la nostra attenzione. Il viaggio che conduce alla Verità è un percorso interiore e, ovviamente, crescere non è un dato anagrafico.
Dobbiamo però, preventivamente, disfarci della nostra storia personale, dell’io, per tuffarci nella comprensione della vita che non ha principio, almeno non in un singolo corpo, in una singola esistenza.
Infine un regalo: il coraggio e il potere di diventare relmente ciò che si è, in principio camuffato da qualcosa d’esterno, com’era per Dumbo e la sua piuma, per poter volare.
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