In soli quattro giorni ho letto un altro classico della letteratura: si tratta di “Tess dei D’Urberville” di Thomas Hardy. Un libro la cui protagonista è figlia di una famiglia molto povera che un giorno, quasi per caso, viene a sapere che i loro antenati erano nobili.
I genitori la convincono a contattare alcuni parenti per chiedere aiuto, senza sapere che la famiglia cui si stanno rivolgendo hanno solo comprato il titolo nobiliare. E’ qui che Tess conosce Alec D’Urberville, che la seduce e la fa sua. Lei non vuole essere la sua amante perchè non lo ama, e decide di tornare dalla sua famiglia. Il figlio che nascerà, morirà poco dopo la nascita, e Tess ne rimarrà profondamente turbata. Si trasferisce in una fattoria come mungitrice, e qui conoscerà il suo grande amore, Angel Clare, che però si allontanerà da lei subito dopo averla sposata, quando Tess gli confesserà la sua storia con Alec. Seguirà per la donna un periodo molto difficile, non solo dal punto di vista emotivo, senza l’appoggio di un marito, ma soprattutto senza una casa e senza un lavoro; si troverà costretta a fare lavori pesanti che poche donne sopporterebbero mai. Quando le speranze sembrano perdute, e l’ombra di Angel non è che un vago ricordo, ritorna Alec D’Urberville, che si dichiara disposto ad sollevare lei e la sua famiglia dalla disgrazia in cui sono precipitati. Tess si lascerà convincere a tornare con lui, soprattutto per sua madre e i suoi fratelli e sorelle, ancora piccoli, che altrimenti non avrebbero di che mangiare. Nel frattempo Angel decide di tornare dalla moglie ma scoprirà che lei è ritornata con Alec. Seguirà la tragedia vera e propria… non vi racconto altro per non farvi perdere la curiosità. Il romanzo è scritto in maniera esemplare, con un linguaggio semplice e diretto solo apparentemente, in realtà un linguaggio dove ogni parola suscita l’attenzione e la curiosità del lettore, soprattutto perchè l’autore accenna ma non dice tutto quanto ci sartebbe da dire, invogliando a continuare la lettura per saperne sempre di più non solo di Tess, ma anche di Angel ed Alec. Non saprei dire chi è la vittima per eccellenza in tutta la storia: senza dubbio Tess, costretta a lavori faticosi e degradanti, abbandonata da Angel che ha ritenuto opportuno allontanarsi da lei per cercare di capire la sua situazione; ma anche Angel stesso, vittima perchè non conosce il passato di Tess, ma anche carnefice perchè è solo colpa sua se Tess cede e ritorna con Alec D’Urberville; e infine Alec, carnefice perchè ha sedotto una ragazza che nulla conosceva degli uomini, ma anche vittima perchè, nel momento in cui si è offerto di aiutare Tess e la sua famiglia, quest’ultima l’ha continuato a odiare fino a giungere all’inevitabile. Un romanzo molto bello, ma che mi ha lasciato con l’amaro in bocca, non solo perchè il lieto fine è tutto un’altra storia, ma anche perchè viene da chiedersi se mai al giorno d’oggi ci sia ancora qualcuno che ragioni come i personaggi del romanzo. Un modo di pensare completamente diverso dal nostro che fa di “Tess dei Durberville” un romanzo tipico di un epoca storica, la fine dell’ottocento.
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